Quando si tratta di moto d’epoca, spesso si tende a fare confusione con i motocicli di interesse storico. Sono in tanti a confondere le due tipologia, che possono sembrare simili, ma “in strada” fanno una enorme differenza. Alcuni motociclisti e appassionati del settore, fanno un uso errato della terminologia in oggetto, per questo noi di DuoMoto.it cercheremo di fare chiarezza nel merito. Sui “social” si arrivano domande del genere. Quanti anni deve avere la moto per diventare d’epoca? Dopo quanti anni posso non pagare il bollo? In ultimo, come posso risparmiare con una moto d’epoca?
In questo articolo cercheremo di rispondere ai diversi quesiti da voi posti, tra cui quello della differenza tra moto d’epoca e storica. Quindi se vuoi conoscere quanti anni deve avere la moto per essere etichettata “d’epoca o storica”, continua a scorrere. Chiariremo anche la procedura che bisognerà affrontare per poter accedere alla categoria. Come se non bastasse, andremo a osservare il rischio che si incorre guidando una moto d’epoca senza la dovuta autorizzazione prevista dalla normativa vigente.
Tradizione italiana
Facciamo solo una piccola parentesi storica.
L’invenzione della prima moto risale al 1869, si trattava in sostanza di una bici con motore a vapore chiamata inizialmente “velocipede”. Quindi, di fatto, sono oltre 150 anni che esistono i motocicli. Qualche anno in meno invece sono gli anni che le aziende hanno iniziato a produrre motocicli in larga scala.
In strada non è difficile incontrare moto d’epoca che hanno più di 30 anni. Il fenomeno delle moto d’epoca e del vintage è in forte aumento. La nostra amata Italia vanta di una lunga stirpe di appassionati di motori e delle due ruote. Una storia legata alla velocità e al design, dettata da marchi storici della nostra terra.
Perché una moto storica?
Chiusa questa piccola parentesi, vediamo perché le persone si stanno interessato a questa categoria. Sono diversi i motivi per cui si scegli di acquistare una moto d’epoca o di interesse storico. Ci sono quelli che non amano i motocicli moderni, pieni di tecnologia e di dispositivi con tanti controlli elettronici. Altri invece, preferiscono il vintage perché amano il design e il fascino classico della moto di un tempo. Ma ci sono anche quelli che, scelgono questa categoria per i diversi vantaggi economici legati al risparmio delle tasse e del premio assicurativo.
La legge in merito
La normativa in merito ai veicoli d’epoca è racchiusa nel dispositivo dell’Art. 60 del C.d.S. (codice della strada). Questo articolo considera appartenenti alla categoria dei veicoli con caratteristiche atipiche, i motoveicoli, i ciclomotori, gli autoveicoli, nonché quelli di interesse storico e collezionistico. Quindi questo regolamento vale per quasi tutti i veicoli stradali, ma noi ci soffermeremo solo sui comma che interessano i motociclisti.
Quanti anni deve avere una moto d’epoca?
La legge in vigore considera le moto d’epoca, tutti i motocicli e ciclomotori che hanno raggiunto almeno 20 anni dalla data di prima immatricolazione. Questo è il termine minimo che consente di attivare la procedura di storicità. Perché non basta avere 20 anni, ma bisogna seguire una procedura per essere ritenuta d’epoca.
La moto d’epoca
Iniziamo della terminologia maggiormente utilizzata, che spesso viene confusa con quella storica. Facciamo una piccola premessa, tutte le moto d’epoca NON possono circolare liberamente in strada, di seguito vedremo il perché non è possibile e se ci sono delle eccezioni.
La legge in merito indica che: rientrano nella categoria di moto d’epoca i motoveicoli e ciclomotori, che superati i 20 anni di età vengono cancellati dal P.R.A. (Pubblico Registro Automobilistico). Il fine di questi veicoli è semplicemente la conservazione delle caratteristiche tecniche specifiche indicate dalla casa costruttrice, per destinarli ai Musei, mostre private e pubbliche.
Perché non possono circolare
L’Art 60 CdS specifica che tali veicoli hanno un fine diverso dal trasporto, che è quello di essere preservato per la loro conservazione. Pertanto, non dovranno essere adeguati ai requisiti stabiliti dalla legge vigente per l’ammissione alla circolazione. Inoltre, dovranno essere iscritti in apposito elenco presso il Centro Storico del Dipartimento per i Trasporti Terrestri.
Ci sono delle eccezioni per cui ci è possibile circolare e scendere in strada senza incorrere in sanzioni. La circolazione di una moto d’epoca è consentita soltanto in occasione di mostre, manifestazioni o raduni autorizzati. Ma non solo, perché serve anche una particolare autorizzazione da parte del competente ufficio dei trasporti e dall’organizzazione dell’evento che attesti ciò. In tale documento dev’essere stabilito il percorso e la velocità massima che si può raggiungere, in relazione alla garanzia di sicurezza del tipo di motociclo.
Come assicurare una moto d’epoca
Assicurando una moto d’epoca vi è la possibilità di beneficiare di agevolazioni sul premio annuale. Inoltre in questa categoria non è prevista e non si applica il bonus/malus delle classi di merito a scalare. Pertanto le tariffe sono alquanto basse e si aggirano da 100 Euro a 200 Euro (circa). Come nelle assicurazioni RCA (Responsabilità Civile Autoveicoli) standard, anche in questo caso, a variare il prezzo finale della polizza, lo fa ancora una volta il Comune di residenza dell’intestatario.
Ma con le moto d’epoca è possibile aggiungere facilmente garanzia extra, come assistenza stradale, kasko, furto e incendio. Ricordiamo ancora una volta che, le moto d’epoca possono circolare solo durante i raduni e per recarsi a mostre e musei.
Le moto di interesse storico
Anche in questo caso abbiamo una moto che deve aver raggiunto i 20 anni dalla data di prima immatricolazione. Ma il comma 4 della legge citata in precedenza, specifica che: ” Rientrano nella categoria dei motoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico FMI (o altri registri per le auto)”.
A differenze di quelli d’epoca che non possono “uscire senza autorizzazione”, i motocicli e ciclomotori di interesse storico o collezionismo possono circolare liberamente. L’importante è sempre essere in regola con le revisioni, ma questo è a priori della storicità.
Come assicurare una moto di interesse storico
La procedura è molto semplice. La prima cosa da fare è iscriversi ad un registro storico come FMI (Federazione Motociclisti Italiani) o ASI (Automotoclub Storico Italiano) o qualsiasi altro Club o Registro che offra convenzioni assicurative proprie. I primi due che abbiamo citato, sono quelli accettati quasi da tutte le compagnie di assicurazioni nazionali.
Ma ancor prima di fare questo, consigliamo di verificare che la documentazione in nostro possesso sia in originale e tutta in regola con la legge. Accertiamo che sia stata eseguita la revisione periodica e che il richiedente abbia compiuto i 23 anni di età. Pertanto, se abbiamo tutto in regola e l’iscrizione al Moto Club è stata fatta, possiamo recarci in una qualsiasi agenzia sul territorio nazionale per richiedere un preventivo personalizzato.
Se vuoi atri consigli,vedi “come risparmiare sulla polizza assicurativa“
I rischi e le sanzioni
Al momento per queste infrazione non vi è rischio penale e di decurtazione di punti della patente di guida, ma solo una sanzione amministrativa. Ebbene, chiunque circoli con una moto d’epoca senza la dovuta autorizzazione dal dipartimento dei trasporti è soggetto alla sanzione amministrativa che consiste nel pagamento di una somma compresa tra 42 Euro e 173 Euro (per le autovetture va da 87€ a 344€).
Medesima circostanza è per i motocicli e ciclomotori di interesse storico o collezionismo, che anche se possono circolare liberamente possono incorrere in sanzioni. Se non hanno i requisiti stabiliti dal regolamento di cui Comma 4 (iscrizione registro storico FMI o ASI), sono soggetti alla sanzione amministrativa tra 42 Euro e 173 Euro.
Bollo moto
Il bollo è inteso anche come tassa di possesso, vediamo quando pagarlo e quando siamo esenti.
Le moto d’epoca o storiche, che hanno un’età compresa tra 20 e 29 anni, pagano la tassa di circolazione ridotta, se non sono per uso professionale. Questi veicolo hanno una riduzione del 50%, rispetto a quanto normalmente avrebbero dovuto pagare.
Mentre per tutti i motocicli e ciclomotori che hanno più di 30 anni di età, vi è un esenzione totale dal pagamento della tassa, se non sono messi in circolazione su strade pubbliche.
Per chi possiede una motociclo con più di 30 anni e circola su strade pubbliche, vi è bollo annuale forfettario tra i 15 e i 20 Euro.
Come si stabilisce l’età di una moto
Per stabilire quanti anni ha la nostra moto si tende a considerare la data di prima immatricolazione riportata nel carta di circolazione. Per cui, salvo una prova contraria, si fa sempre riferimento all’anno della sua costruzione presente nel documento ufficiale del motociclo.
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