Le prime ali aerodinamiche in moto risalgono al 1974

le ali sulle carene

Molti appassionati di moto pensano che le attuali alette aerodinamiche utilizzate in MotoGP siano una creazione della Ducati, ma soprattutto, siano di recente invenzione. Ci dispiace dirlo, ma non solo non è stata la Ducati a progettare le prime ali, ma queste non sono nemmeno di recente ideazione. Il primo progetto di aletta per moto risale a molti anni fa, quando la classe MotoGP non esisteva ancora.

Le ali su una moto sono state viste per la prima volta su un motociclo italiano, ma come abbiamo detto in precedenza, non era una Ducati. Questa innovazione ingegneristica che riguarda l’aerodinamica ha visto la prima luce del sole grazie ad un’altra azienda italiana, la MV Agusta.

Alla fine degli anni 60′ e inizio 70′ la MV veniva chiamata “la regina”. Effettivamente tra il 1958 e il 1960 la faceva da padrone nei mondiali, riuscendo a portare a casa tutto quello che c’era da vincere. Vinse il titolo costruttori e quello dei piloti, quest’ultimi riuscirono a portare a casa i mondiali nelle diverse classi: 125, 250, 350 e 500 per tre anni consecutivi. Poi con l’arrivo della Yamaha e della Honda i titoli mondiali sono diminuiti, ma in termini ingegneristici la MV era sempre con un piede nel futuro.

Prototipo

Il primo prototipo di moto con un paio di alette montante sulla carena risale al 1974, sul progetto MV Agusta 500 3 cilindri del 1971. Difatti, nel 1974 il due volte campione del Mondo “Phil Read” si presenta sul circuito di SPA in Belgio con la MV Agusta 500 3 cilindri ma sull’anteriore della moto spuntano due ali.

A quell’epoca non si avevano mezzi elettronici e strumentazione 3D per fare test e prove dettagliate in gallerie del vento. Ma è interessante sapere che l’aletta montata sulla MV Agusta 500 da 3 cilindri, per molti era un qualcosa di sciocco e insignificante, ma per l’azienda che guardava oltre, sarebbero stato un successo. Tuttavia, per quanto ne sappiamo, in quella giornata Phil Read fece solo pochi giri di pista con questo allestimento. Probabilmente i vantaggi non erano quelli sperati e forse l’inclinazione o l’intera aerodinamica della moto non aiutavano nelle guida.

Al momento non si ha certezza sul perché per molti anni non si sono viste alette sulle carene della moto. Diversi esperti hanno dichiarato che forse il problema era l’inclinazione che generava vibrazioni e instabilità alle alte velocità.

Sta di fatto che dopo appena un paio di giri il pilota Phil Read uscì dalla pista e la moto rientrò ai box. Dopo quella giornata la MV Agusta non ha più provato quell’allestimento su una moto da pista per molto tempo. Successivamente altre aziende hanno provato a gareggiare con ali sulle carene e spoiler sul codone, ma per motivi di sicurezza i regolamenti le hanno sempre vietate.

Motore all’indietro

Altra caratteristiche che aveva la MV Agusta 500 3 cilindri e che oggi viene sfruttata in MotoGP, è il motore al contrario. Si infatti sono molte le aziende che nel tempo hanno usato questa disposizione dell’albero a gomiti in senso opposto, ma ancora una volta il primo modello di serie ad avere un motore del genere è stata la MV Agusta con la F3 tricilindrica. Negli ultimi anni, in MotoGP, è stata la Yamaha ha rievocare la disposizione dell’albero a gomiti invertito sulla sua M1. Oggi anche altre case produttrici corrono in MotoGP con l’albero a gomiti che ruota al contrario, ma non tutti sono d’accordo sull’effettiva efficienza. .

Galleria fotografica

Ecco alcune delle foto storiche della prima moto con le ali, altre invece sono una ricostruzione da Museo.