Andare in pista è un’emozione che tutti i motociclisti dovrebbe provare almeno una volte nella vita. La libertà di accelerare in “piena sicurezza” e trovare i propri limiti di guida è un qualcosa di indescrivibile. Non si tratta solo di migliorare le capacità di guida, ma di attimi di emozioni e di adrenalina che rendono il motociclismo un posto meraviglioso. In questo articolo vedremo la tecnica base per guidare in pista, le traiettorie che bisogna percorrere e cosa bisogna evitare per non farsi male. Si trattano di consigli e tecniche per passare una bella giornata in pista in sicurezza.
Lo scopo che spinge molti motociclisti ad andare in pista è migliorare le proprie capacità di guida e superare i propri limiti. Prima di avventurarsi su un circuito italiano consigliamo di leggere l’articolo sui “comportamenti da adottare su una pista” così da evitare inutili rischi. Conoscere la tecnica base e il comportamento da adottare in pista, servirà ad avvicinarsi all’obbiettivo prefissato, migliorarsi e divertirsi.
Come guidare su una pista?
Se provassimo a fare questa domanda a dieci piloti, otterremo una quindicina di consigli diversi e contraddittori. Ci sono piloti chi prediligono la frenata durante la curva, chi da importanza alla posizione in sella e chi da credito alla sola potenza della moto in uscita di curva. Sono tutte tecniche diverse e discutibili, eppure funzionano tutte.
Questo ci fa pensare e confermare che non esiste il metodo giusto per guidare una moto, ma quello teoricamente corretto si. Essere un pilota è una questione di sintonia tra uomo e macchina. Ci sono consigli e tecniche che tutti i motociclisti dovrebbero conoscere prima di addentrarsi su un circuito, di seguito vedremo quali sono.
Indice
- Posizione del corpo
- Come affrontare i rettilinei
- Traiettoria ideale
- Unire freno e acceleratore
- Dove guardare
- Sorpassare e farsi superare
- Conoscere i propri limiti
- Fidarsi dei pneumatici
- Troppo veloci o troppo lenti
- Requisiti per accedere in pista
- Consigli
Posizione del corpo
La prima cosa da imparare in pista è la posizione del corpo. Spesso questa viene sottovalutata e si tende a dare colpa agli ammortizzatori o alle gomme. Il peso del motociclista è la parte più rilevante nella guida e influenza in modo significativo lo spostamento della moto sul tracciato. Quando si accelera o si affrontano curve, il peso della moto resta stabile (fissato), mentre il corpo di un motociclista subisce le accelerazioni e le decelerazioni dovute allo spostamento della massa corporea. Sembrerebbe un concetto difficile, ma non lo è. La massa del pilota sposta il baricentro della moto e influenza in modo considerevole la guida.
Per mantenere la moto stabile è fondamentale gestire bene la posizione in sella, che deve essere dinamica in relazione alla tipologia di pista che si sta percorrendo. Cosa significa questo? Che il pilota deve muoversi sulla sella e sulla pedane, spostando continuamente il peso e alterando il baricentro della moto. Facciamo alcuni esempi per capire il concetto:
- in curva sinistrorsa, il corpo del pilota si sposta alla sinistra della moto, trasferendo il peso e spostando il baricentro nella parte interna della curva. Con questa tecnica, più il baricentro è spostato verso l’interno curva e più velocità si può ottenere in percorrenza. E’ tutta una questione di equilibrio;
- sul rettilineo, il pilota si abbassa e si schiaccia sul serbatoio, questo avviene non solo per tagliare il vento ed essere aerodinamico, ma anche per spostare il baricentro verso il basso e rendere la moto più incollata al suolo;
- in staccata prima della curva, il petto e le spalle escono fuori dal cupolino. Con questa tecnica si sposta il peso sulla ruota posteriore e si evita che la stessa si sollevi dall’asfalto in fase di rallentamento. Inoltre, il corpo e le braccia, diventano una sorta di paracadute, rallentando (di poco) la corsa del pilota. In una gara di MotoGP anche pochi millesimi possono fare la differenza.
- In definitiva, il consiglio che vogliamo dare è muoversi, muoversi e muoversi!
La posizione in sella
Anche in questo caso ci sono diversi stili, ma la regola del bilanciamento è sempre valida.
Posizionarsi il più vicino possibile al serbatoio ha il vantaggio di limitare il movimento in frenata, perché più avanti non si può andare, ma con questi anche quelli laterali (quando si affronta una curva) sono limitati. Di opposto, in una posizione più arretrata, non troppo altrimenti si compromette la stabilità generale della moto, si ha più libertà di movimento laterale e dinamicità durante i cambi di direzione. In definitiva, la posizione ideale da mantenere sulla sella è nel mezzo, a circa 6-7 cm di distanza dal serbatoio.
Come affrontare i rettilinei
Come abbiamo visto in precedenza, muoversi sulla moto non è solo consigliabile ma è addirittura d’obbligo. Quando si affronta un rettilineo il segreto è nascondersi e abbracciare la moto. Il petto è schiacciato sul serbatoio, i gomiti vengono chiusi il più possibile verso l’interno e le ginocchia e le gambe devono abbracciare le carene. Il concetto di restare più compatti possibile alla moto vale per tutte le tipologie di motocicli: stradali, supersportive e motard.
Immaginiamo di percorrere l’ultima curva prima del rettilineo, il corpo è staccato dalla moto e con lo sguardo si cerca l’uscita della curva. Nel momento in cui il nostro polso inizia ad accelerare in prossimità della fine della curva, questo è il segnale che bisogna nascondersi il più possibile e abbracciare la moto.
Curva e piega
Se abbiamo fatto qualche giro di pista sappiamo l’angolo di curvatura del tratto che dobbiamo percorrere. Quindi, in prossimità della curva dobbiamo preparare il corpo e la moto ad affrontare al meglio la piega.
Quindi, stacchiamo il petto dal serbatoio e alziamo le spalle. La testa esce fuori da cupolino è va a “baciare lo specchietto“. Questa tecnica viene utilizzata anche nei corsi per esperti per capire dove bisogna posizionare la testa durante la curva. Il corpo deve uscire fuori dalla moto e spingere verso il suolo. Maggiore sarà il peso spostato verso l’interno e più veloce potrà essere percorsa la curva.
La risultanza è l’angolo di curvatura della moto, che è dato dalla differenza tra la forza centrifuga che ci spinge verso l’esterno della curva e la forza peso che è la gravità che attira tutto al suolo. Il bilanciamento tra forza centrifuga e forza di gravità, ci tiene incollati al suolo senza che il pilota cada sull’asfalto o venga spinto verso l’esterno della curva.
Traiettoria ideale
Il percorso più breve è anche quello più veloce, questa regola è sempre valida.
La traiettoria ideale (linea verde) che si percorre in pista prevede una velocità in entrata maggiore, una frenata ritardata e un’accelerazione anticipata in uscita. Tutto questo è a discapito della percorrenza di curva che è molto più lenta rispetto ad altre traiettorie. In questo caso il pilota riesce a ritardare il punto di frenata il più possibile, percorrendo una angolo di piega maggiore in prossimità della parte centrale del cordolo e riesce ad anticipare l’uscita di curva accelerando prima. Tutto questo si traduce in un tempo minore sul giro. Di seguito vedremo i dettagli
La traiettoria standard (linea blu), è quella che molti motociclisti percorrono anche in strada, che prevede un raggio di curvatura maggiore e una percorrenza più fluida. Con questa traiettoria occorre frenare in anticipo e accelerare in ritardo, ma si ha una maggiore velocità in percorrenza di curva.. In sostanza è l’esatto opposto della traiettoria ideale che viene utilizzata dalla maggior parte dei piloti.
Accelerazione e Frenata
- Inizio Frenata: zona dove il motociclista inizia a frenare con forza;
- Fine Frenata: in questo punto si lasciano i freni e la moto “scivola” per qualche metro. Il pilota si trova in un momento di stallo, non ha ancora ripreso l’acceleratore e i freni sono liberi;
- Percorrenza: è il momento in cui si riprende l’acceleratore e si mantiene una velocità costante per il tratto curvilineo. Maggiore sarà lo spazio di percorrenza e minore sarà il tempo sul giro;
- Accelerazione: è dove il pilota inizia ad accelerare e riprende la gara in pista.
La traiettoria che si percorre influisce in modo rilevante sui tempi del giro. Per seguire una traiettoria larga (blu) occorre iniziare a frenare molto prima dell’inizio della curva e percorrere uno spazio più ampio a una velocità costante. L’angolo di piega in questo caso permette una percorrenza a una velocità maggiore rispetto alla traiettoria ideale (verde), ma l’entrata e l’uscita saranno più lenti.
Perché bisogna rispettare la traiettoria ideale (verde)?
Oltre ad abbassare i tempi sul giro, si riescono a fare fantastici sorpassi. Iniziare a frenare dopo consente al pilota di superare gli altri in staccata, come avviene spesso nei campionati di MotoGP e SBK. Accelerare prima degli altri, darà modo al motociclista di avere una maggiore velocità in uscita che sarà sfruttata nella prossima curva. Per cui, si rende necessario ridurre il più possibile il tratto di percorrenza a velocità fissa. Tutto questo si traduce in tempi inferiori sul giro.
Spazio e velocità
Guidare in strada impone il rispetto di alcune regole di sicurezza, tra cui quella di rimanere nella propria corsia di marcia. In pista si deve utilizzare tutto il tratto di asfaltato, sfruttando a pieno la pista e gli spazi a disposizione. Occorre sempre stringere gli angoli stretti, cercando di entrare e uscire il più velocemente possibile dalla curva. Non è difficile, è una questione di pratica, tanta pratica.
In pista bisogna preoccuparsi delle curve strette e lente, e non di quelle larghe e veloci. Sembrerebbe una banalità, ma quando si va in pista si cerca di andare il più veloce possibile in tutto il tracciato e in ogni curva. Cercare di superare il limiti a ogni curva, risulta inutile e faticoso, soprattutto agli inizi di carriera. Bisognerebbe concentrarsi sulle curve strette e sull’unica curva prima del rettilineo veloce.
Se la gomma anteriore dovesse perdere aderenza su una curva veloce, con un po’ di esperienza si riuscirà a recuperare la moto. Ma se l’aderenza crolla nei punti lenti, in questo caso riprendere la moto sarà molto difficile, se non impossibile. Per cui concentrarsi sulle curve più lente e poi con calma pensare a quelle più veloci.
Unire freno e acceleratore
Il segreto dell’andare veloci in pista è: o acceleri o freni. Occorre limitare il più possibile i momenti di stallo e tutti quei tratti di pista dove non si frena e non si accelera.
Pensare alla leva del freno e la manopola dell’acceleratore come un unico comando è un ottimo metodo per andare più veloci degli altri. In sostanza, quando si inizia a tirare la leva del freno, la manopola dell’acceleratore inizia a chiudersi. Di opposto, quando si inizia ad accelerare, la leva del freno deve essere lasciata alla stessa velocità. Sembrerebbe una banalità ma più questo movimento è fluido e maggiore sarà la velocità ottenuta.
Se osserviamo i piloti di MotoGP e SBK durante le gare, noteremo che nella maggior parte dei casi la guida è composta, come se ci fosse uno schema disegnato da seguire. I movimenti del corpo, l’uso delle leve e delle manopole devono essere fluide e precise.
Allenare la frenata
Gli esercizi sono fondamentali per conoscere le prestazioni della nostra moto e i limiti del corpo. In pista, anche durante un giro amatoriale, tutto avviene più velocemente rispetto alla strada. Esercitarsi a frenare rapidamente, darà modo di conoscere la risposta della moto ai freni e gli spazi che servono per arrestarsi. Familiarizzare con le leve, dosare la frenata e trovare i limiti della moto sono importanti per la giusta riuscita del giro in pista. Se la moto è dotata di sistema di frenata assistita con ABS, occorre verificare con dei test pratici quando il sistema si attiva e con che livello di sensibilità entra in funzione.
Come si usa la frizione in pista
Molti si chiedono se è possibile cambiare marcia senza frizione? Si, è possibile inserire le marce senza utilizzare la leva della frizione. Chi va in pista già da tempo lo sa bene e la frizione la usa sporadicamente solo in scalate e in partenza da fermi. Quindi è possibile cambiare marcia anche senza l’uso della frizione, ma con tale manovra il cambio si può rompe? La risposta è No, se viene eseguito bene. Infatti, in teoria anche in auto è possibile cambiare marcia senza usare la frizione, ma la disposizione del cambio a “H” lo rende molto più difficile.
Le moto hanno un cambio il linea e l’innesto delle marce è frontale, questo rende il procedimento semplice e non danneggia il cambio. Se vuoi conoscere come funziona la frizione e il cambio vedi l’articolo dedicato cliccando qui.
Il nostro consiglio è di utilizzare questo procedimento ad alti numeri di giri, e soprattutto all’inizio, evitare di applicarlo tra la prima e la seconda. Vediamo come bisogna fare per cambiare marcia senza utilizzare la frizione.
- Una volta inserita la seconda, accelerare fino al punto di coppia. Questo è il momento in cui la moto inizia a cambiare rumore, come se urlasse potenza.
- Tenere il piede sotto il pedale del cambio e fare pressione verso l’alto;
- A questo punto lasciare l’acceleratore per un’istante;
- La marcia si inserirà con pochissima pressione e senza l’uso della frizione;
- Accelerare nuovamente e riprendere la guida.
- Questo procedimento di “on-off” deve essere il più rapido possibile e serve a fare cambi veloci senza perdita di potenza.
Dove guardare
Particolarmente importante è dove mettere a fuoco lo sguardo durante la percorrenza in curva. In ingresso, si deve sempre focalizzare sulla parte esterna del cordolo, più precisamente nell’angolo centrale della curva. Inutile guardare altrove e gli altri motociclisti, sarebbe solo una distrazione.
Man mano che ci avviciniamo all’uscita di curva, occorre concentrarsi sul cordolo opposto a dove si sta girando. Osservare il punto di uscita è importante perché non appena si riesce a vederlo, si può spalancare il gas al massimo. Gli occhi devono essere bassi e devono concentrarsi solo sul punto dove si ha intenzione di passare (area verde) con la moto. E solo quella l’area di interesse, il resto della pista (area gialla) non ci servirà.
In definitiva, bisogna continuamente cercare punti di riferimento e costruire una linea guida mentale dove si ha intenzione di passare. Immaginiamo che sulla pista ci siano delle bandierine di segnalazione e che bisogna passarci sopra con la moto: la 1° in ingresso, la 2° sulla parte centrale della curva e la 3° sul cordolo opposto in uscita.
Sorpassare e farsi superare
Durante una giornata in pista aperta a tutti, ci saranno numerosi motociclisti che percorrono il circuito. Quindi è molto probabile essere superati da quelli più veloci o superare i motociclisti più lenti. Questo è normale e non deve sconfortare la nostra anima da pilota professionista.
La cosa importante è pensare a quello che è avanti a noi, mentre tutto ciò che è dietro non deve assolutamente interessare. Una moto che arriva da dietro e tenta un di superare, non deve essere un nostro problema, occorre mantenere la traiettoria ed evitare brusche manovre per farlo sorpassare. Non che non si voglia agevolare il sorpasso, ma siamo pur sempre su una pista, sarà lui a trovare lo spazio e il punto dove poter eseguire la manovra di sorpasso in sicurezza. Per questo motivo su quasi tutti i circuiti è d’obbligo rimuovere gli specchietti retrovisori. Non si deve pensare agli altri, ma per evitare inutili rischi e incidenti, esistono delle regole per la pista che tutti dovrebbero rispettare.
Superare gli altri motociclisti su un circuito è più difficile di quanto si pensi. Occorre prima di tutto studiare chi ci precede, conoscere i suoi punti deboli e sfruttare i nostri punti di forza. Solo quando si ha un quadro completo della situazione e una “linea pulita” dove effettuare la manovra, si può effettuare la manovra di sorpasso. Questi è il momenti più rischioso, perché non sappiamo il motociclista che stiamo per superare che reazione avrà non appena siamo al suo fianco in sorpasso. Per questo è consigliabile effettuare il sorpasso in modo veloce, rapido e il più sicuro possibile. Evitare di camminare per file parallele e restare al fianco di un’altro pilota per troppo tempo.
Conoscere i propri limiti
Affrontare una giornata in pista aumenterà le capacità di guida e renderà il pilota un motociclista migliore. Sii veloce in pista e non in strada. Cercare i propri limiti e iniziare dalle basi è importante per evitare inutili rischi. Sono molti gli eventi che vengono programmati da organizzazioni che incoraggiano i nuovi piloti alla guida in pista, con specifici corsi per principianti. Non bisogna vergognarsi di essere un principiante, in pista anche i piloti più bravi vengono sorpassati. Focalizza il proprio pensiero sui limiti che si avevano al primo giro e cercare di progredire a piccoli passi.
Cerca i tuoi limiti con molta calma, ad ogni giro cercare di percorrere la traiettoria ideale e di farlo ogni volta sempre più veloci. I tempi sul giro al momento non sono importanti, verranno in seguito con l’esperienza.
Non importa i livello di abilità di un pilota, nelle giornate amatoriali tutti possono aiutare con consigli sul tracciato. Chiedere ad un qualsiasi pilota, se questo è un vero motociclista amante delle due ruote, non si tirerà indietro e sarà molto disponibile a dare utili consigli su come affrontare il circuito.
Fidarsi dei pneumatici
Se si hanno dei buoni pneumatici, occorre sfruttarli al massimo. “Fidati dei pneumatici e dubita delle termocoperte“. Non che quest’ultime non siano efficaci, ma non fanno miracoli come si pensa. Le termocoperte servono a riscaldare le gomme, ma non fanno raggiungere la temperature di esercizio dello pneumatico. In sostanza, in assenza di pre-riscaldamento ci possono volere anche 2 giri di pista per raggiungere la temperatura corretta per sfruttare al massimo le gomme. Con le termocoperte prima di scendere in pista, basteranno 3 o 4 curve per raggiungere il grip ideale. Il nostro consiglio è di attendere almeno un giro completo, così da familiarizzare con la moto e preparare il corpo e la mente ai giri lanciati.
Troppo veloci o troppo lenti
In pista andare troppo veloci o troppo lenti può essere un pericolo per noi e per gli altri. Su tutti i circuiti non ci sono limiti sulla velocità, l’unico è quello che il pilota da alla sua moto. Superare questo limiti può essere rischioso o seguire un altro pilota che sta andando più veloce può portare a sbagliare. La pista da quello scarico di adrenalina che spinge fino al cuore, senza passare per il cervello. Per diventare un grande pilota devi utilizzare più cervello e meno cuore.
Anche andare troppo lenti può essere pericoloso. L’errore comune è rallentare sul rettilineo per paura o per salutare la ragazza al paddock, questo ci costerà una squalifica dalla pista senza rimborso dei costi sostenuti. Sul rettilineo non si rallenta, non si frena e non si impenna, soprattutto nella parte veloce della pista. Quando si esce dal paddock il consiglio è prendere la prima curva molto larga, così da consentire agli altri motociclisti che sono in staccata di passare in sicurezza.
Requisiti per accedere in pista
Conoscere le regole della pista, gli orari, la velocità di entrata in pista e i consigli dell’organizzazione servirà alla buona riuscita della giornata. Sembra semplice, ma occorre essere consapevoli dei requisiti minimi per accedere in pista. Tra questi possiamo trovare: rimuovere gli specchietti, avere un refrigerante adeguato ai circuiti,inserire (o rimuovere) il db-killer sul sistema di scarico, luci e stop coperti da nastro o altro. Ogni pista e ogni organizzazione ha le proprie regole di accesso alla pista, prendere nota per non trovarsi impreparati quando ci si trova sul tracciato.
Consigli
Se si sbaglia ad inserire una marcia in curva non bisogna andare in panico. Spesso si fa l’errore di cambiare subito marcia e inserire quella corretta, ma in questo caso quando si è in piega, la ruota posteriore ha un sussulto e potrebbe perdere potenza. Il consiglio è di lasciare perdere le marce quando si è in piega, meglio essere fuori area di coppia e potenza massima che avere la ruota posteriore che saltella.
Conclusioni
Andare in pista oltre a migliorare le proprie capacità di guida deve essere un divertimento. Mantenere sempre la calma e non lasciare che il nostro EGO ci faccia cadere in qualche tranello. Se si riesce a seguire le linee guida che abbiamo suggerito in questo articolo e con la giusta pratica che si apprende con il tempo, si è a una buona strada per ottenere un buon tempo sulla pista.